Da qualche anno l’Archivio della Diocesi di Albenga-Imperia organizza una serie di conferenze, dal nome “Memorie d’inchiostro”, il cui intento è quello di raccontare, attraverso le carte degli archivi parrocchiali, le piccole comunità della Diocesi.
Sabato 21 Settembre 2024 è toccato a Pontedassio (IM) dove la Dott.ssa Alma Oleari ed il Dott. Gabriele Sandre, attraverso la proiezione di alcune carte, poi osservabili direttamente dalla comunità, hanno affrontato un excursus storico lungo quattro secoli, ripercorrendo la storia di Pontedassio.
La conferenza si è aperta con la lettura del Sacro e Vago Giardinello, relativa la città di Pontedassio, da parte del Prof. Paolo Zanelli.
Si è partiti da un documento risalente probabilmente al 1572 inerente la separazione dalla Villa Bestagni, la chiesa matrice, per erigere un proprio edificio di culto (evento che il Sacro e Vago Giardinello, ossia la raccolta delle visite pastorali compiute da Mons. Costa a partire dal 1624, cita e data 1571), fino ad un altro datato 1924 relativo l’acquisto di un nuovo altare marmoreo, voluto dall’arciprete Pasquale Gandolfo e reso possibile dalle numerose e generose offerte della comunità di Pontedassio.
Nel mezzo si sono visionate le numerose committenze artistiche che la comunità ha elargito verso pittori e scultori famosi e molto attivi sul territorio, come Paolo Olivari, a cui venne commissionato il gruppo scultoreo raffigurante S. Pietro; Giovan Battista Drago, chiamato per realizzare la statua di S. Margherita, la santa a cui è intitolata la chiesa di Pontedassio; Leonardo Massabò, che tiene una corrispondenza col prevosto della chiesa per avere più informazioni possibili sull’opera che dovrà realizzare, ossia la Crocifissione di Cristo, da apporsi in chiesa, come voluto dalla sua committente, Maria Gissey, membro della facoltosa famiglia Gissey proveniente dalla Francia; Giovanni Borgna, al quale vengono commissionati due dipinti, La Sacra Famiglia con S. Giovannino e Santa Margherita, la pala posta sull’altare maggiore.
A seguito dell’occupazione francese durante la Rivoluzione, l’edificio di culto subì ingenti danni per lo scoppio di una polveriera posta nella sue vicinanze. Così si decise di rinforzare l’edificio, salvo poi arrivare alla decisione di costruirne uno completamente nuovo, come richiesto anche dalla comunità. I lavori iniziarono nel 1871, concludendosi definitivamente, dopo varie difficoltà e ritardi, nell’ottobre del 1880, quando Mons. Allegro consacrò il nuovo edificio.
L’incontro è stato chiuso dall’intervento di Don Emanuele Caccia che si è soffermato su due opere artistiche presenti all’interno dell’edificio, l’altare maggiore ed il Trittico di S. Bartolomeo, opera di Luca Baudo, illustrando alla comunità alcuni dettagli e particolari delle due opere.
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